sabato 25 aprile 2020

Quarantasettesimo giorno - 25 Aprile - La Liberazione

"Era un soffio,
un ansito misterioso che pareva uscire dalla terra stessa."
(Grazia Deledda)

Me la immagino così la liberazione: un venticello venuto dal nulla, figlio della terra, che all'improvviso si è riversato ovunque, abbattendosi sul nemico con la forza di una tempesta.

Solo, il Presidente Mattarella ha commemorato il Milite Ignoto.
Il Presidente ha una dignità, una tempra che trasforma i miei globuli: diventano verdi, bianchi e rossi!
Sono fiera di essere italiana. Malgrado i nostalgici del fascismo, i Feltri e i leghisti vari.
L'Italia è un paese che ha sofferto; si è fatto spezzare, ha sbagliato.
Ma ha avuto il coraggio di dire "basta". Siamo stati chiamati "traditori" per questo.
Ma dovrebbero vergognarsi quelli che non hanno mai saputo fermare la propria mano armata.
Venticinque Aprile fuori dall'ordinario.
Bandiera Tricolore ai balconi, note di Bella Ciao nelle strade.

Stamattina ho ascoltato per intero la storia di uno Zio di mia madre.
Raccontare: non lo aveva mai fatto. Solitamente era Nonna quella che a volte, mi regalava pezzetti del suo passato.
Sono stata in silenzio ed ho ascoltato.
Erano gli anni della guerra.
Soldati del Nord Italia erano stati dislocati nella caserma di una cittadina del Sud.
Uno di loro, un giovane tenente piemontese si innamorò di una giovane del posto.
Erano innamoratissimi. Ma non hanno potuto vivere il loro amore.
Oggi sono entrambi morti. 
Di lui rimane una targa commemorativa nella lontanissima Sant'Albano Stura, in provincia di Cuneo. 
Di lei una foto insanguinata.
Era la foto che lui portava nella tasca interna della giacca, immagino sul cuore, quando i nazisti lo uccisero. Non potettero reclamare neppure il suo corpo, per paura di ritorsioni. Lo dovettero rubare di notte, per donargli degna sepoltura.
Sono passati 75 anni da quel giorno ed io sono qui a parlare di Antonino.
Posso solo immaginare il suo sorriso, il suo viso.
In qualche modo la sua Storia era intrecciata con la mia storia.
E anche se indegnamente, sono qui a ricordarla.


Per un certo verso è stata una giornata piena di emozioni.
Immedesimarsi in questi racconti, mi segna.
La mente va al dolore che deve aver provato la mamma di Antonino quando, visto il corpo del proprio figlio, fu costretta a fingere di non conoscerlo, per paura che le ammazzassero gli altri figli!
La guerra è semplicemente uno schifo. Sono fortunata; non mi è mai stato chiesto di impugnare un'arma per la salvezza della mia terra!
In tutto ciò, per alleggerire il mio post voglio raccontare di questi giorni caratterizzati da eventi che mi azzarderei a definire curiosi...
Mi si sono rotti i sogni e le fantasia, e lo sappiamo già.
Spariscono oggetti dalla mia scrivania. Li cerco ovunque e niente, non li trovo più.
Vedo ombre e ascolto suoni a cui non so dare spiegazione.
Continuo a vedere numeri ricorrenti ma, questa volta stizzita, li ho ignorati.
Aggiungiamo che mi sento ancora come un uccellino implume caduto dal nido.

In questo stato, fisico e mentale, decisamente provato, che succede?
Mi scrive il Piemontese più misterioso del mondo!
(Persona è piemontese; che scemo! Perché non mi abbia mai corretto resta il mistero n. 1372.)
Come temevo ieri...non sapevo cosa rispondergli.
Avevo trascorso la giornata piangendo e nascondendo le lacrime. Non so spiegare nemmeno io il motivo. Mi bruciava l'orgoglio, mi sentivo umiliata. Non lo so definire.
Ma posso dire quello che ho sempre pensato di Persona: è veramente unico.
Non lo ammetterà MAI, ma si è preoccupato per me.
Questa volta aveva mangiato la foglia, ma non aveva voluto replicare.
Si è ripresentato il giorno dopo. Mi ha fatto un regalo speciale.
Non lo posso dimenticare.
Mi ha aspettato fuori dalla tana e con pazienza, ha lasciato che uscissi.
Non ha attaccato, non ha infierito.
Abbiamo parlato, scherzato, come fanno due amici.
Ho avuto la sensazione, anzi no, per la prima volta lo affermo con sicurezza, non c'era più la distinzione mondo virtuale/reale.
Non mi sono sentita scissa.
Come si spiega una cosa simile? È impossibile. Lui resta la cosa più bella che mi sia capitata negli ultimi anni di vita.
Ho la netta sensazione che non mi giudichi male. E nel mio piccolo mondo vale moltissimo.
Lui è Tutto, io Niente.

Oggi conservo ancora una certa serenità.
Non so quando guariranno queste ferite che mi porto dentro. Forse mai.
Buffo. La mia vita è sempre stata molto semplice. Mai un colpo di testa, mai una follia.
Forse ho suonato i campanelli di un vicino una volta, per poi scappare via.
Avrò avuto dieci anni.
Ancora oggi mi chiedo perché l'abbia fatto.
Ma dentro di me, ho tante piaghe. Tanti abbandoni, tanti maltrattamenti che mi hanno segnato.
Non sono mai stata difesa da qualcuno; mai scelta.
Tutti hanno preferito altro o altri.
E col tempo questi sono sedimenti che depositandosi creano macigni!
Dopo ieri però, mi sento come una di quelle persone che pur vivendo da sole, sole non lo saranno mai e se lasceranno la porta aperta, verranno visitate dal Vento o dai raggi della Luna.

Sulle note di questa canzone che la Vita sta componendo per me, decido di non mollare Emma. E di dare una possibilità a questa nuova lettura. Qualcosa mi dice che il signor Knightley mi diventerà simpatico.
Ho ripreso anche a studiare e a seguire con più impegno le lezioni HTML5.
Piano piano cerco di rialzarmi.

Stamattina mi son svegliata...e ho pensato all'ombra di un bel fiore, dove riposa il corpo del PArtigiano.

E fu sera e fu mattina...XLVII giorno.


Nessun commento:

Posta un commento