lunedì 13 aprile 2020

Trentacinquesimo giorno - Nessun Luogo è Lontano - Richard Bach

"Può forse una distanza materiale 
separarci davvero dagli amici?
Se desideri essere accanto a qualcuno che ami,
non ci sei forse già?"


Dai, dico davvero: ma come fanno quelli che non leggono?
Come fanno a sopportare l'esistenza?
Come fanno a respirare senza provare dolore, senza soffocare tra le lacrime?
Quando i giorni sono bui, niente riesce a convincermi che le cose miglioreranno, io sopravvivo solo grazie ai libri.
All'improvviso mi parlano.
Non sono capace di spiegare ciò che succede.
È una specie di magia che guida la mia mano.
La mia anima ha bisogno di aiuto, un libro la chiama.
Da quanti anni era nella mia piccola libreria? Non lo avevo mai notato. Dimenticato, schiacciato tra grossi e veterani volumi.
L'ho preso qualche giorno fa, perché stavo spolverando e ho dimenticato di riporlo al suo posto. Oggi lo scorgo tra le mille carte sparse sulla mia scrivania (un giorno farò una foto per ricordarmi il disordine mentale e reale nel quale sto vivendo) ed ecco che...mi sento molto meno stupida del solito!
Come se qualcuno avesse acceso una luce nel buio della mia anima.

Da Richard Bach, il padre del Gabbiano Jonathan Livingston, non ci si poteva aspettare niente di diverso.
Questo non è un racconto, non è un libro. È più che altro lo scrigno di un tesoro prezioso.
Credo che regalare un libro sia la cosa più bella, più intima che possa legare due persone.
Non è facile!
Me ne rendo conto.
Bisogna conoscersi bene, a fondo.
O semplicemente si può regalare un libro che è piaciuto e allora lì, chi lo riceve, deve volare a leggerlo alla ricerca dell'altro tra le pagine del prezioso dono.

Vorrei essere amata da qualcuno capace di parlare tramite i libri.
Mosso ancora dalla volontà di dedicare canzoni, poesie, attenzioni.
In altre parole una persona diversa da me, ma capace ugualmente di amarmi per quella che sono.

"Ma ricordati che l'essere ignota non impedisce alla verità d'esser vera."

Mi sono rifugiata in un mondo immaginario e inesistente.
Ne prendo atto.
Ma essere liberi di esprimersi e di essere se stessi è una attività così rivoluzionaria che la puoi praticare solo in segreto, come se fossi un antico massone.
Qui posso farlo.
Parlo, parlo a ruota libera, di ciò che mi piace, di ciò che penso, di ciò che attraversa il mio cuore, il mio spirito.
Senza pretese; se ricordo una citazione posso andarla a rivedere senza sentirmi inadeguata.
E magari mi distraggo nel cercarla, e mi ritrovo a osservare le ballerine di H. Lee Shapiro, l'autore delle illustrazioni che accompagnano il viaggio raccontato da Bach.

E mentre scrivo ascolto canzoni che non conosco, ma mi piacciono.
https://www.youtube.com/watch?v=YLCQGee7SfU&list=RDYLCQGee7SfU&start_radio=1
In questo piccolo spazio di mondo non ci sono regole. Ci sono solo cose per far star bene.
Una piccola Babele dove nessuno giudica o alza gli occhi al cielo.

"Vola libera e felice,
aldilà dei compleanni,
in un tempo senza fine, nel per sempre.
Di tanto in tanto noi c'incontreremo,
quando ci piacerà,
nel bel mezzo dell'unica festa che non può mai finire."

In questo periodo sospeso credo proprio che chiederò alle mie amiche rondini di essere i miei occhi e di portarmi con loro in volo su nel cielo.
Magari riusciamo anche a sfiorare, ad accarezzare Mare.
E se non dovessero essere troppo stanche, credo che chiederei loro di spingerci fino al suo giardino.
E così...ci incontreremmo nel bel mezzo dell'unica festa che non può mai finire.

E fu sera e fu mattina XXXV giorno.

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