giovedì 2 aprile 2020

Ventiquattresimo giorno - H. C. Andersen

"Viviamo in un'epoca nella quale grandi avvenimenti mondiali
si susseguono rapidamente l'uno dopo l'altro;
in un solo anno vi sono più evoluzioni di quante avvenissero prima di interi decenni,
meteora succede a meteora nel cielo politico."

Era il 1831. Così scriveva Hans Christian Andersen, mentre in Europa ancora bruciavano i fuochi della seconda rivoluzione francese.
Una cosa che mi ha fatto riflettere: la Giornata della Consapevolezza sull'Autismo cade oggi, proprio nell'anniversario della nascita di Andersen, che avvenne nel 1805.
Grande scrittore e poeta danese, che tutti ricordiamo per le sue bellissime fiabe.

Le mie preferite le ha concepite lui.
Ne cito solo alcune:
- L'Acciarino
- Mignolina
- Il soldatino di stagno
- Il brutto anatroccolo.
E come non ricordare l'irriverenza de I vestiti nuovi dell'imperatore, il misticismo conturbante de La regina delle nevi, la tenerezza de La piccola fiammiferaia, la sensibilità della Principessa sul pisello.
Per ultima, mi sono tenuta La Sirenetta, e qui non servono presentazioni.

Preferisco la scrittura di Anderesen a quella dei Grimm.
Per alcuni aspetti, c'è un qualcosa di autobiografico nei suoi racconti.
E anche se spesso ci dice che "ne ha sentito parlare" ed è chiaro l'attingere, per la narrazione, ad un repertorio folkloristico dell'infanzia, mi piace l'originalità dei temi e l'innovazione dei suoi personaggi.
Ciò che scrive, come commentò Rodari, è sempre frutto della sua fantasia, del suo ricordo.
Sì, sicuramente è vero che sono racconti dell'infanzia, ma visti attraverso la lente del suo cuore, filtrati dalle sue emozioni, interpretati con la sua sensibilità.

Oggi siamo tutti Andersen, io e i bambini blu.
Siamo tutti il suo Brutto Anatroccolo.
Emarginato, ridicolizzato perché diverso.
Siamo la Sirenetta, innamorata di un principe bellissimo che appartiene ad un mondo diverso e lontano, impossibile!
Siamo il valoroso Soldatino, temerario, innamorato, ma ancora una volta diverso dagli altri.

Il mondo delle fiabe è il mio mondo.
Uno scrigno prezioso dal quale attingere forza e bellezza per stare al mondo, malgrado il sentirsi inadeguati, fuori posto.
In tanti hanno tentato di cambiarmi. Ed effettivamente se mi sento sempre a disagio è perché inconsciamente penso di non poter affrontare la compagnia degli altri senza sentirmi sbagliata.
Non riesco a sostenere conversazioni telefoniche, o tramite messaggi, figurarsi dal vivo, proprio perché il mio mondo è  lontano da quello degli altri.
Gli altri li vedo moderni, competenti, tecnologici, aggiornati, che sanno sempre tutto di ogni cosa.
E io?

"You are a dreamer, and that is your misfortune."

Io sono il Soldatino che non grida per salvarsi, perché non è decoroso per l'uniforme.
Il brutto Anatroccolo, brutto e sgraziato che tutti prendono in giro.
La Sirenetta che sospira da lontano, per un amore che non sarà mai il suo.

"Ma una sirena non ha lacrime e perciò soffre molto di più."

Stasera, in questo ventiquattresimo giorno di quarantena mi stringo idealmente ai miei bambini blu.
I miei bambini con un mondo inesplorato e nel quale è difficile entrare.
I miei bambini sensibili, che si ritrovano in questo mondo che pretende giochino alla vita con regole che non hanno scritto.
I miei bambini, adolescenti, adulti che combattano, ogni giorno, a mani nude, una battaglia difficilissima e con pochi alleati.
Siete nel mio cuore Amori miei.
Oggi mi addormenterò pensando a tutti voi e i miei sogni inizieranno con
  "C'era una volta..."

E fu sera e fu mattina...XXIV giorno.

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