lunedì 6 aprile 2020

Ventottesimo giorno - Il Piccolo Principe

"Lo spazio è mio e ci faccio quello che voglio..." (semicit. PA)
Ho bisogno di scrivere, di sfogarmi, perché altrimenti impazzisco.
Sto male, malissimo. Qui nessuno mi capisce e amen. Mi capisco da sola. Ho solo bisogno di sfogarmi. All'anno prossimo così non ci arrivo, questo è poco ma sicuro. Sono stanca. Sono demoralizzata. Sono inutile. Ma non voglio più contemplare il mio corpo che si decompone mentre le speranze per il futuro sono inesistenti. Non ce la faccio. E questa volta per davvero.

Oggi mi sono accorta che sono tornate le rondini. C'è una coppia, beh presumo sia sempre la stessa, che ogni primavera torna a fare il nido nello stesso posto degli anni precedenti.
È stata una bellissima scoperta.

Il 6 aprile del 1943 veniva pubblicato uno dei libri più belli del mondo "Il Piccolo Principe".
Mi piace chiamare così il mio nipotino. Mentre piccola peste è a diritto PiccolopiccoloPrincipe. Lo so è un po' lungo, ma mi piace. Ad alta voce ha un bel suono.
La foto che ho scattato oggi è caotica, come i miei pensieri. Ad un certo punto ero seduta sul pavimento e ho usato i pianeti come fossero biglie. (Poi mi sono scusata con i microscopici abitanti di quei pianeti... Chissà che capitomboli ho provocato!)

Il Piccolo Principe è il bambino che mi auguro alberghi in ognuno. In un certo senso è il Fanciullino pascoliano; doveroso riferimento, visto che ho citato la "rondine che tornava al suo nido".
Comunque lo si chiami, credo sia uno di quei pensieri che accarezzano l'anima e la rendono più leggera.
In questi tempi moderni caratterizzati dal comprare tutto anche, soprattutto, se di scarsa qualità, in cui bisogna produrre, andare veloci e disinteressarsi della nostra Terra, abbiamo lasciato che ci intossicassimo l'anima.
Ascoltarla? Eresia.
Semplicemente l'abbiamo cancellata.

Oggi sento su di me lo sguardo del Piccolo Principe.
Uno sguardo serio e pensieroso.
La bambina che era in me l'ho delusa e tradita tante volte.
Non credo di averla uccisa.
No, credo che al momento sia sopravvissuta.
Ma si nasconde bene. Non si mostra più. Solo Immy riesce a stanarla e parlarci ancora.

"Non ho saputo capire niente allora!
Avrei dovuto giudicarlo dagli atti, non dalle parole.
Mi profumava e mi illuminava.
Non avrei dovuto abbandonarlo!
Avrei dovuto indovinare la sua tenerezza, nascosta dietro le piccole astuzie.
I fiori sono così contraddittori!
E io... troppo giovane per sapere amarlo."

Le parole più belle sono quelle che si usano per parlare d'amore. Tutto il resto è inutile.
Queste in particolare mi fanno pensare a Persona.
Dal mio cuore e dalla mia mente non andrà via velocemente, lo so.
Mi sento come il Piccolo Principe. Ho il rammarico di averlo abbandonato, anche se lui non sa di essere stato abbandonato - sorrido di me stessa - da me poi!
Lui è così, come la Rosa.
Penso che qualcuno lo coglierà e non sarò io.
Spero che quando accadrà, lui sappia essere felice.
Lo amo ancora tanto.
In questa mia vita non è andato proprio nulla come avrei voluto.

Vado.
Buonanotte.

E fu sera e fu mattina...XXVIII giorno.

p.s. Un giorno, con più calma, parlerò solo dell'autore.



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