lunedì 27 aprile 2020

Quarantanovesimo giorno - Per Dieci Minuti - Chiara Gamberale

"Quant'è assurda la vita,
quando non tocca a noi."


Continuano i seminatori di odio, a spargere il loro seme ovunque.
Continua la mia vita, o quarantena, ormai sono sinonimi, tra un momento di concentrazione ed uno di riflessione.
Un po' si studia, un po' si pensa, molto si mangia.
Sento che qualcosa non va nel mio corpo.
E siccome mi sento particolarmente acida ho pensato di scrivere di un libro che non mi è piaciuto.
Nel frattempo, sto rivalutando Emma.
Finisco qui e continuo a leggere qualche pagina.

Chiara Gamberale, giovane scrittrice, amata dalla critica, non sarà nelle mie letture future.
Perché è chiaro: a me piace un tipo di racconto diverso.
Per rapidità scriverò cosa mi è piaciuto del romanzo:
1) è ambientato a Milano, e quindi leggendolo ho potuto ripercorrere mentalmente luoghi in cui sono stata felice;
2) l'idea dei dieci minuti al giorno.
La protagonista del romanzo sta attraversando un momento delicato nella propria esistenza.
La sua psicoterapeuta, che se non ricordo male è un'amica, le consiglia una curiosa terapia: fare una cosa nuova, per dieci minuti, ogni giorno per un mese.
Se la vita rompe con noi, noi rompiamo con la vita.
Stravolgiamo schemi, ripensiamo a noi stessi in modo diverso.
E forse la vita ci sorriderà nuovamente.
Boh, qualcosa di simile... Credo.

Non c'ho mai provato, ma fare ogni giorno una cosa nuova per un mese non è facile, e per soli dieci minuti!
In passato, presi l'impegno di imparare una cosa (piccola) ogni giorno, per un anno.
Ciò che imparavo lo trascrivevo su un'agenda. Non fu un reale successo, ma fu molto stimolante.
Alla fine dell'anno, rileggendo quelle paginette scoprii tante cose interessanti anche su me stessa.

Provare per credere.

Una cosa che condivido:

"Siamo diversi, appunto.
Molto diversi fra noi.
Leggiamo per noia, per curiosità,
per scappare dalla vita che facciamo, per guardarla in faccia,
per sapere, per dimenticare,
per addomesticare i mostri fra la testa e il cuore,
per liberarli."

E a tal proposito, siccome le ferite sanguinano, poiché non ho voglia di insultarmi e torturarmi col pensiero di lui, scappo a leggere.
Buonanotte, caro Lector.

E fu sera e fu mattina...XLIX giorno.

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