venerdì 17 aprile 2020

Trentanovesimo giorno - L'età dell'Innocenza - Edith Wharton

"...e lui aveva edificato dentro di sé
una sorta di santuario in cui Ellen
troneggiava sui suoi segreti pensieri 
e i suoi desideri."



Tre anni fa era un giorno di festa: Pasquetta. Tu, con ogni probabilità, leggevi seduto su uno dei prati di Parco Sempione ed io ti immaginavo e mi innamoravo.
Perduta, totalmente inchiodata al pensiero di te.
Nel frattempo sono mutate tante cose, tranne questa fiamma che dentro di me, continua a bruciare.
Sei in ogni mio pensiero. Sei sempre con me. E non accenni a sparire.

Oggi è l'anniversario della morte di un altro grande scrittore: Gabriel García Márquez.
E ahimè, di lui oggi non posso raccontare nulla in più di quanto abbia fatto in passato.

“Per il mondo tu puoi essere solo una persona,
ma per una persona tu puoi essere il mondo.”

E poi, caro Gabriel, ci sono persone che diventano Persona e sono protagoniste indiscusse della vita di esseri insignificanti e invisibili.
Sono triste. Quando sono in questo stato non riesco a pensare alle cose belle. O ai bei romanzi. Alle belle storie, alle belle parole come quelle di Márquez.

Allora per scaricare la mia frustrazione, scelgo di raccontare qualcosa che non mi è piaciuto.
Che mi ha deluso e fatto adirare. Sentimenti che provo quotidianamente, a fasi alterne, verso me stessa e il mio "sentire".
Ne L'età dell'Innocenza, Edith Wharton racconta in modo lineare e piacevole il suo mondo. Il mondo così come le doveva apparire nella New York bene degli anni '20.
Di quanto solo si possa sentire chi non aderisce alle convenzioni sociali, chi semplicemente non si nutre delle ipocrisie che legano le relazioni di tutte le società.

Diversamente da commenti letti in altri contesti, non ho nulla da obiettare circa il corpo letterario, lo stile del romanzo.
La lettura è scorrevole; forse noiosetta in alcuni momenti. Mi è mancata la passione bruciante, la svolta decisiva. Almeno io non le ho avvertite.
E mi dispiace dirlo, visto che non sono degna di giudicare.
Quello che però posso raccontare è ciò che ho sentito emotivamente; ho avvertito una specie di dolore proprio qui, alla bocca dello stomaco.
Mi hai colpito Romanzo! Sei stato crudele.
A quelli come me li devi avvisare subito: - attenzione! -  questa storia può provocare danni irreparabili nei soggetti più sensibili.
Perché si trovano "buonsenso" e  "cosa giusta da fare" nel finale di una storia d'amore?

"Il guaio di compiere il proprio dovere consiste nel risultare inadatti a fare diversamente."

E così chi si preoccupa per gli altri continuerà a mettersi da parte, e non sarà mai felice.
Mentre i furbi, quelli che giocano sporco ottengono sempre ciò che desiderano.
Non va bene!
A questi individui abbiamo già ceduto il territorio della Realtà, vogliamo lasciare quello dell'Immaginazione a noi altri, poveri infelici e deboli?
Noi che non osiamo chiedere niente, nemmeno quando stiamo annegando?

"Ma poi arrivi,
e sei tanto di più di quello che ricordavo,
e ciò che io voglio da te è tanto di più di un'ora o due ogni tanto,
con in mezzo deserti di attesa,
e posso sederti accanto perfettamente immobile, come adesso, 
con quell'altra visione nella mente, e soltanto quietamente confidando che si avveri."

Andiamo! Ellen, Newland, come avete potuto farvi raggirare così? Come è possibile che non abbiate creduto fino in fondo a ciò che vi suggeriva il cuore.

"Ellen Olenska non somigliava a nessun'altra donna,
lui non somigliava a nessun altro uomo:
la loro situazione, pertanto, non era paragonabile a nessun'altra, ed entrambi
non dovevano rispondere a nessun altro tribunale che non fosse quello
del proprio giudizio."

Se l'Amore non trionfa neanche quando è ricambiato, direi che non c'è speranza per nessuno!
Ma che brutto!
Perdo il senno, perdo la speranza, perdo l'entusiasmo.

E fu sera e fu mattina...(non ci posso credere) XXXIX giorno!


p.s. E quando arriva la sera, Tristezza diventa un gigante. Invade ogni spazio, ogni angolo del mio cuore. E lancinante diventa la tua mancanza.

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