domenica 5 aprile 2020

Ventisettesimo giorno - Il Dottor Zivago - Boris Pasternàk

“L'uomo negli altri uomini, ecco cos'è l'anima dello uomo.
Ecco che cosa siete voi, ecco di che cosa ha respirato, si è nutrita, 
si è abbeverata per tutta la vita la vostra coscienza.
Della vostra anima, della vostra immortalità,  della vostra vita negli altri.”

L'ho finito. Male, con fatica, ma l'ho finito.
Questa ventisettesima giornata la dedico a tutti i cuori spezzati. Purtroppo non va sempre come ci aspettiamo. E questo accade anche nei libri.
Ho impiegato un'infinità di tempo per finirlo. Quattrocento pagine, circa, di semplice bellezza letteraria. Perché non c'è nessun dubbio: è un libro bello e scritto benissimo. Se fossi stata in un momento diverso della mia vita, lo avrei apprezzato meglio. Invece sono in una sorta di bulimia emotiva. Mastico voracemente ogni cosa, senza assaporarne i sapori, le sfumature; e alla fine vomito tutto, felice del male che mi sono procurata.
Lo stesso è accaduto con questo romanzo. Volevo finirlo, ma non per il godimento della lettura. Ma solo perché volevo finire una cosa che avevo iniziato. Senza sentimento, solo per dovere.
Ci sono due momenti in cui non vuoi lasciarlo: l'inizio e dopo pagina duecento. Il finale però mi ha lasciato malissimo. E sono arrivata all'epilogo di malavoglia. Ti chiedo scusa Boris. Ma credo che sia per questo motivo che nessuno mi sopporta: sembro sempre distante, distaccata.

“Credo che non ti amerei tanto se in te non ci fosse nulla da lamentare,

nulla da rimpiangere.
Io non amo la gente perfetta,
quelli che non sono mai caduti, non hanno inciampato.
La loro è una virtù spenta, di poco valore.
A loro non si è svelata la bellezza della vita.”

Invece nella realtà non è questo che si vuole. Si vuole essere liberi, indipendenti. Si vuole avere accanto persone che sanno stare al proprio posto, guai a muovere una critica. Non si vuole amare, non si vuole rischiare. Sì, va bene una serata, una cenetta, una vacanza, una notte di passione. Ma ognuno si tenga i propri pensieri per sé. Comunicare emozioni? Ma nemmeno per sogno!
Siamo tanti individui che vogliono ma non sanno cosa. E il peggio è quando il Temerario Coraggioso, che sa precisamente cosa, o meglio chi vuole!, incontra uno di questi Pavidi Tradizionalisti Ricci di Schopenhauer! 
Temo di aver perso il filo del discorso...

Ho comprato questa bella copia, probabilmente di qualche collana della De Agostini, in un mercatino dell'usato. L'ho comprato perché ricordo che quando ero piccola tutti, e intendo proprio tutti, ci innamorammo della storia di Lara e del Dottore.
Del film non ricordavo nulla. Solo la musica "il tema di Lara" e l'attore protagonista Omar Scharif.
Lo so, non è un granché per convincere qualcuno a leggerlo. E in effetti, il mio intento non è raccomandare un libro. Ma parlarne come si parla di un amico. E quindi ne descriverò anche i punti bui. 
Punti di forza: c'è di tutto! Politica, amore, poesia. Considerazioni filosofiche di cui non si può fare a meno. 
Punti deboli: alcune parti sono lunghe e oggettivamente distraggono dal "filo rosso" narrativo.
Ma credo di avere un debole per gli scrittori russi, lo devo ammettere.
Inoltre qui c'è una curiosità legata al suo autore, che mi fa molta tenerezza. Ha scritto solo un libro, Il Dottor Živago, ma nel suo Paese fu pubblicato legalmente solo nel 1988. L'anno successivo sarà il figlio a ritirare a Stoccolma, il premio Nobel per la Letteratura.
Tale onorificenza gli era stata conferita in un primo momento, nel 1958. Dovette rinunciarvi, per motivi politici. Morirà due anni dopo, perseguitato e povero.
C'è un aneddoto molto bello a proposito del premio.
Tra le condizioni per ricevere il riconoscimento, è previsto che un libro sia stato stampato nella sua lingua madre del suo autore. Nel caso di Pasternàk la sua opera era stata pubblicata ovunque (uno dei primi paesi europei a pubblicarlo fu l'Italia), ma non in Russia.
Un gurppo di agenti della Cia e dell'intelligence di sua Maestà riuscì ad intercettare la presenza di un manoscritto in lingua russa a bordo di un aereo in volo verso Malta. Il volo fu fatto dirottare e si fotografò il manoscritto, per poter riprodurre una copia su carta, con intestazione russa e con le tecniche tipografiche tipiche delle edizioni russe. Questo lo stratagemma per consegnare il capolavoro perseguitato alla verità e al merito del Premio Nobel. (Fonte wikipedia)
Storia degna di un film di spionaggio!
L'epilogo fu ugualmente triste. Visto che il suo autore non poté godere del successo e del meritato premio, che era anche in denaro.

Purtroppo i popoli democratici non si rendono conto di quale fortuna abbiano. 
La democrazia, per quanto malferma e discutibile, è pur sempre preferibile ad una bella e organizzata dittatura. La libertà è un bene prezioso, di cui a volte non comprendiamo il valore.

Sono felice di aver letto questo romanzo. Ne ho sottolineato tante parti. E ora non so quali scegliere.
Considerazione politica:

"Da quanto ho potuto notare, l'insediamento di ogni potere nuovo attraversa varie tappe.
La prima è il trionfo della ragione, lo spirito critico, la lotta contro i pregiudizi.
Poi viene il secondo periodo.
Prendono il sopravvento le forze oscure di 'quelli che aderiscono', i simpatizzanti per convenienza. E allora cominciano le denunce, i sospetti, gli intrighi, gli odi."

Considerazioni conclusive:

"O forse, al contrario, tutto il male sta nell'ignoranza."


E fu sera e fu mattina...XXVII giorno.




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