martedì 6 ottobre 2020

Il Regno delle Foche

Ben Beckett era un pescatore e ogni giorno usciva con la sua barchetta
per ritirare le reti.
Intorno a lui, piccole foche argentate spuntavano un po’ dovunque,
nell’acqua.


Era il 1983. San Nicola mi portò in dono una raccolta di fiabe, suddivise in 26 fascicoli illustrati, con audiocassette.
Le ho consumate. Le parole si sono impresse dentro di me. Mi hanno parlato, consolato, coccolato, cullato. Mi hanno accompagnato per intere giornate, insegnato a leggere.
Mi hanno portato ovunque, dal tappeto della mia camera.
Non esagero quando dico che quella Raccolta è stata il mio primo vero amico.
Oggi penso a Ben Beckett.
Perché Ben ha scoperto quanto fossero crudeli e ingiuste le sue azioni, e vi ha saputo porre rimedio. Il finale consola e dona speranza. Possiamo essere buoni. Abbiamo sempre una possibilità, dobbiamo saperla riconoscere.

Oggi è venuto a mancare un signore che abita sul mio stabile da sempre, da quando è stato costruito. La sua famiglia fu tra le prime che popolarono il palazzo. I primi alberi di Natale. Le prime piante sui balconi. Le prime lettere nelle cassette della posta.
Negli ultimi anni era molto malato e non lo vedevo quasi più.
Credo che ora sia libero.
Libero da quel corpo pesante che lo obbligava a stare sempre solo e seduto.
Libero dagli inganni della nostra società. Dalla nostra convinzione di fare del bene se... del male invece...
Libero dalle preoccupazioni. Libero di amare e odiare.
Libero di andare a passeggiare sul fondale del mare.
Libero di assaggiare la neve delle cime montuose.
Libero di nuotare in una tazza di caffé.
Libero di inseguire una farfalla.
Libero di guardare un cielo stellato nel cuore del deserto.
Libero di sedersi a cavalcioni sulla schiena della Sfinge.
Libero...

In questi momenti voglio credere che ci sia una vita, un'altra, oltre questa sulla Terra.
Una vita solo per l'anima.
Sono sicura che si sia riunito alla moglie che lo attende già da qualche anno.

La morte irrompe nella vita, ma poi la vita dolcemente riassorbe tutto.
Come un sasso che affondi nelle sabbie mobili.
Dopo un primo momento di smarrimento, durante il quale ci si chiede inevitabilmente quale sia il senso dell'esistenza. Durante il quale non possono che sembrare vane e superflue tutte le preoccupazioni, le scadenze che soffocavano la vita stessa.
Durante il quale i pensieri sono stati assorbiti dai ricordi del defunto. Durante il quale ci si è chiesto se si ha avuto un buon rapporto, se si è stati gentili nei suoi confronti, e ci si è commossi rivedendo l'affetto che legava delle persone perbene.
Dopo questo iniziale momento, il pensiero torna ai vivi, a coloro che restano.
Amaro constatare che il dolore è tutto di chi rimane.

Solitudine e silenzio mi fanno tanto paura.

Una parola al giorno

u. ultimo
Ultima corsa, ultima speranza, ultimo traguardo, ultimo pensiero,
ultima spiaggia, ultimo desiderio:
le tue braccia.

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