lunedì 19 ottobre 2020

Notre Dame de Paris - Victor Hugo

L'altro scheletro, che teneva il primo strettamente abbracciato, era quello di un uomo.
Si notò che aveva la colonna vertebrale deviata, la testa nelle scapole, e una gamba più corta dell'altra.
Non aveva comunque nessuna rottura delle vertebre della nuca, ed era evidente che non era stato impiccato.
Dunque l'uomo al quale era appartenuto era andato là, e vi era morto.
Quando cercarono di staccarlo dallo scheletro che abbracciava, cadde in polvere.

(Il mio libro è in versione pdf.
Ho preso questa immagine da un bellissimo sito)

Parigi, 6 gennaio 1482: luogo e inizio di una storia che pensavo mi avrebbe trasportato in un'atmosfera incantata e magica.
Perché pur essendo il film più cupo di tutta la produzione Disney, nella mia memoria il Gobbo di Notre Dame ha il lieto fine. E quindi resta una storia in cui il bene trionfa sul male. Dove razzismo, ingiustizie, crudeltà sono sconfitte. Dove quella che trionfa è sempre la bellezza del cuore.
Invece...
Invece ho avuto la brillante idea di leggermi la storia nella sua forma originaria.
E ora sto piangendo tutte le mie lacrime.

Vengono per ascoltare un mistero e non ascoltano niente.

Hugo scrisse questo che fu il suo primo romanzo di successo, all'età di 29 anni.
Un romanzo meraviglioso; una prosa scorrevole e senza punti ciechi.
Le descrizioni della cattedrale, di Parigi sono perfette.
Per chi conosce la città è come ritornarci, solo in un tempo diverso.
Per chi la città non l'ha mai vista, nasce repentino il desiderio di volerla visitare.
Le guglie, i tetti spioventi, le vetrate, i Gargoyles: si ha sete di vederli almeno una volta nella vita.

L'avventura era quasi magica.
Egli cominciava a considerarsi seriamente come un personaggio da fiaba.

Il personaggio che ho amato fin da subito è stato quello di Quasimodo.
Il mostro deforme, che la deformità ha anche nel cuore.
Quanto è facile essere buoni quando tutto va secondo i piani, si è amati, stimati, si può avere tutto ciò che si desidera.
Quasimodo invece, riesce a riscattarsi malgrado la crudeltà della sua condizione.
Diventa un salvatore. 
Quando si arriva al momento in cui grida "Grazia!" , il cuore è diviso tra commozione e tifo da stadio. 
Il migliore è lui: Quasimodo. Le sue lacrime, diventano le mie.

Quest'anima cadde in una notte profonda.
La malinconia di quel disgraziato divenne incurabile e completa come la sua deformità.

Rispetto al mondo Disney devo ammettere che Esmeralda e Phoebus sono molto diversi.
In particolar modo il Capitano mi ha deluso così tanto che ho disprezzato l'amore.
Esmeralda invece mi ha intristito. Per amore di uno così, si è perduta. Forse è il destino di tutti quegli amanti non corrisposti, di coloro che amano ma non sono ricambiati.

L'amore è come un albero,
cresce da solo,
mette le sue radici nel profondo di tutto il nostro essere,
e spesso continua a verdeggiare su un cuore in rovina. 

Solo su Claude Frollo, Hugo e Disney sono concordi.
Il vero Mostro della storia è lui. Rovinato non certo dall'amore, ma da un desiderio malato di possedere una creatura a lui lontana, diventa l'anti-eroe per eccellenza.
L'origine del suo racconto, tuttavia, non mi ha lasciato indifferente. E per un lungo momento ho provato pietà per lui.
Ho pensato fosse terribile sentirsi consumare così da una passione che non potrà mai essere vissuta.
Ma non si è redento. E forse per questo sono divisa tra condanna senza remore e un moto di compassione.

Egli capì...
che la vita senza tenerezza e senza amore non era altro che
un ingranaggio asciutto, cigolante e lacerante.

Un classico della letteratura dell'Ottocento che merita di essere letto almeno una volta nella vita.
Il confronto tra architettura e stampa, impareggiabile.
Il lavoro che il tempo, gli uomini e le idee possono esercitare su un monumento, una costruzione come una cattedrale, coinvolgente.
Considerazioni che mi hanno affascinato e cullato in un viaggio che mi ha trasportato lungo la Senna, in Italia, in Germania, in Egitto, in tutti e in nessun luogo; un viaggio che ha attraversato i tempi antichi in cui alchimia e magia si fondevano con medicina e religione.
Un viaggio emozionante e malinconico.
La conclusione è straziante, amara eppure terribilmente dolce.

Ho pensato al Soldatino di stagno e alla Ballerina di carta, a Heathcliff e alla sua Catherine; ho pensato al senso dell'amore.
Quello tra due persone è un dono che oggi non si apprezza più.
Come nel film Al di là dei sogni: potrei affrontare l'inferno per il mio amore.
Scalare le montagne, vivere mille vite pur di abbracciarlo ancora una volta.
In questa realtà penso di averlo riconosciuto, ma non credo che riuscirò a toccarlo.
Ma mi ritengo molto fortunata.
La gente incontra tanta gente e non si riconosce in nessuno sguardo, in alcuna carezza.

Il mio Amore ha trovato un minuto per me, e così questa giornata è diventata improvvisamente bella e profumata.

"Fammi sapere, il tuo cuore continua a battere?"...

Quando tu sei con me, sempre.

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