sabato 31 ottobre 2020

Momento Poetico - JOHN KEATS

Le parole più belle son spesso quelle non dette,
quelle che naufragano nei silenzi.


Oggi, vigilia di Ognissanti il pensiero vola inevitabilmente a tutte quelle persone care, che non ci sono più.
Non parlerò di Halloween.
Ci sono tanti libri che lo fanno meglio di me.
Al contrario, ho deciso di parlare del poeta inglese John Keats, nato oggi nel 1795 e morto alla sola età di venticinque anni.
Fu uno dei principali poeti esponenti del romanticismo inglese. La sua giovane vita fu interamente votata alla poesia. Poesia che si caratterizza per la vita che in essa scorre. La particolarità di Keats sta proprio nel creare musicalità nelle sue poesie, nel dare spessore alle immagini. Gli oggetti li leggiamo, annusiamo, vediamo, sentiamo.

Se la poesia non nasce con la stessa naturalezza delle foglie sugli alberi,
è meglio che non nasca neppure.

Scrive una cosa che sento mia.
Che penso mi renderebbe felice. E più trascorro tempo con altre persone più penso di non essere adatta a vivere con gli altri.
È più di un mese che scrivo e mi sento ridicola e senza anima.
Non sono fatta per il mondo.

Ho idea di come un Uomo potrebbe trascorrere una vita piacevole: un giorno potrebbe leggere una pagina di Poesia pura o di Prosa distillata
e perdersi nella lettura, pensarci, rifletterci, capirla fino in fondo, farne profezie o sogni.

C'è un filo rosso che lega i miei pensieri in questi giorni.
La fantasia, l'immaginazione mi rendono felice e libera.
Ma oggi inizio a credere che sia sbagliato. 
Oscillo tra il tentativo di tornare alla realtà o allargare i confini del mio mondo immaginario.

Lascia sempre briglie sciolte alla fantasia,
il piacere non è mai in casa nostra.

Caro Keats,
la mia anima pensa che tu abbia ragione. Ma la mia mente divora tutto. Mi insulta, mi umilia. Mi dice che devo ascoltare la realtà. Che non posso andare avanti così.
Ma oggi non ascolto nessuno.
Né anima né mente.
Oggi ascolto solo il vento.






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