venerdì 16 ottobre 2020

Malinconia

"Io non voglio cancellare il mio passato,
perché nel bene o nel male mi ha reso quello che sono oggi.
Anzi ringrazio chi mi ha fatto scoprire l'amore e il dolore,
chi mi ha amato e usato,
chi mi ha detto ti voglio bene credendoci 
e chi invece l'ha fatto solo per i suoi sporchi comodi."


Dublino 1854, nasceva Oscar Wilde.
Cosa avrebbe detto si se stesso, sapendo quanto sarebbe stato citato (e da chi), in questo secolo? Le sue frasi le troviamo ovunque, come cornice a post e immagini di ogni tipo.
Di lui mi è sempre piaciuta la sferzante ironia.
Ma per me resta immortale e meravigliosamente bella la storia del Principe Felice.
Infine, negli anni scolari ho letto, e ammetto di aver amato, Il ritratto di Dorian Gray.
L'opera è piena di aforismi, arte scrittoria di cui Wilde è maestro.

Se una persona mi piace molto, non dico mai il suo nome ad altri:
sarebbe come cederne una parte.

L'unico modo di liberarsi di una tentazione è cedervi.
Resisti, e la tua anima si ammalerà del desiderio delle cose che si è proibite,
di passione per ciò che le sue stesse mostruose leggi hanno reso mostruoso e illegale.

A volte ci penso: è l'unica tentazione alla quale non so resistere.
Per il resto conduco una vita semplice, noiosa probabilmente.
Ma quando c'è lui non so più chi sono.
Penso di avere l'anima malata e lui sia la cura.

Mi sono resa conto di quanto siano difficili per me il risveglio e l'addormentamento.
Per lungo tempo non ho saputo cogliere la differenza tra nostalgia e malinconia.
Mi definivo nostalgica, perché mi ritrovavo spesso persa in ricordi e sogni del passato. Ma non sempre questo rimembrare mi rendeva triste.
Ho invece capito di essere di base, una persona malinconica.

A volte sorprendo nei miei occhi una luce buia, lo so non si dice. È una specie di chiarore spettrale, una fiammella tremolante. Gli occhi sono lucidi ma non brillano.
Sono tristi. E se mi interrogo sulle ragioni di tanta tristezza non mi so dare una risposta.
A volte sono triste anche alla fine di una bella e serena serata. 
Sono triste in compagnia degli altri.
Sono triste al risveglio.
Sono triste mentre guido.
Senza preavviso. Perché in realtà, è una sensazione costante, non ha bisogno di annunciarsi. 
È come un magone granitico, stagnante, fisso sul mio cuore.

Mi capita di guardarmi dall'esterno; non so come spiegarlo è come guardare un riflesso distrattamente, è come essere sovrappensiero costantemente. Ciò che vedo è orribile. Non mi piace. 
Sempre spalle curve, collo infossato; come un uccello che si prepari a dormire.
A volte penso di avere le ali, ma di non saperle usare.

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