giovedì 15 ottobre 2020

Se Una Notte d'Inverno Un Viaggiatore - Italo Calvino

La tua casa, essendo il luogo in cui tu leggi,
può dirci qual è il posto che i libri hanno nella tua vita,
se sono una difesa che tu metti avanti per tener lontano il mondo di fuori,
un sogno in cui sprofondi come in una droga,
oppure se sono dei ponti che getti verso il fuori,
verso il mondo che t’interessa tanto da volerne moltiplicare
e dilatare le dimensioni attraverso i libri.
Per capire questo, il Lettore sa che la prima cosa da fare è visitare la cucina.


1923: buon compleanno Italo Calvino.
Oggi non c'è niente da dire.

C'è solo da fare una cosa:
Prendi la posizione più comoda: seduto, sdraiato, raggomitolato, coricato.
Coricato sulla schiena, su un fianco, sulla pancia.
In poltrona, sul divano, sulla sedia a dondolo, sulla sedia a sdraio, sul pouf.
Sull’amaca, se hai un'amaca.
Sul letto, naturalmente, o dentro il letto.
Puoi anche metterti a testa in giù, in posizione yoga, col libro capovolto, si capisce.


Fin dalle prime parole capii che avrei amato questo libro. Un libro che parla di libri, (credo si dica metaromanzo), che quando lo apri ti ritrovi a leggerne altri dieci (dieci incipit e una cornice a raccoglierli, per un totale di undici meraviglie). Perché è un po' questo quello che vuole dirci il suo autore. Che ogni libro non è mai una storia unica e conclusa. Ogni libro si apre ad infiniti mondi, e non è detto che di questi si possa conoscere la fine o se ne possa cogliere il significato.
Esattamente quello che accade con certe persone. Non sono un contenitore finito.
Non si può mai essere certi di sapere com'è fatta una persona.
Credo sia la bellezza della vita e delle belle persone. Quando queste ce lo permettono, scoprirle poco per volta è un incanto, una rivelazione, una epifania. 

Libri e Persone.
Persone e Libri.
Hanno una vita e come tali possono morire entrambi o vivere in eterno, nel ricordo di chi li ha amati e tramandati.

Il senso ultimo a cui rimandano tutti i racconti ha due facce: la continuità della vita, l'inevitabilità della morte.

Coi libri accade come con le persone: sento un legame, senza motivo.
Me ne innamoro senza condizioni.
Quando ho visto il mio libro nello scaffale del mercatino, non ho potuto non portarlo a casa. Una vera attrazione. C'era un filo a legarci. E non si è mai spezzato.
Anno di pubblicazione:1979 (il mio). Quarantuno anni di vita e di bellezza pura.
Ognuno di noi può trovarci la propria storia, la propria dedica.
La mia:

Sei uno che per principio non s'aspetta più niente da niente.
Tu sai che il meglio che ci si può aspettare è di evitare il peggio.

A distanza di anni mi scopro a chiedermi che fine avranno fatto alcuni dei personaggi delle storie iniziali? Credo sia questa la magia dei romanzi che ci entrano nel cuore. 
Sarebbe bello se ci fosse un Facebook per rintracciare i nostri amici-personaggi.
In questo caso so che Lettore e Lettrice hanno il loro lieto fine. Ma mi piacerebbe poterli vedere insieme ancora una volta, in altre situazioni.
Un po' come quando ci si chiede: "Chissà come sta G. della III C?".

Calvino è tra i miei scrittori preferiti perché è un vero cantastorie per grandi.
Lo scoiattolo della penna, che soprannome curioso! 
Quando ho un di tempo ne devo indagare le origini.

Non ho intenzione di fare un'analisi sulla struttura del romanzo, sullo studio che c'è alle spalle, sull'esperienza parigina del suo autore. 
Scrivo soltanto di ciò che un romanzo mi ha fatto provare.
Proprio come quando scrivo delle mie giornate con le persone che amo. 
Sei anni di silenzio, per poi tornare con un simile gioiello: grazie Italo Calvino.



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